L'Italia, da un paio d'anni a questa parte, si sta bruscamente risvegliando da un lungo sonno, durato circa 20 anni.Un sonno tempestato di splendidi sogni, seguito però da un brusco risveglio.
In questi ultimi anni abbiamo osservato da spettatori (almeno, la maggiorparte di noi) al depauperamento dell'industria italiana.
Le grandi multinazionali, fautrici della globalizzazione, hanno fatto mambassa delle grandi aziende italiane.
Dal settore alimentare a quello dell'alta moda e del lusso, dall'industria manifatturiera fino ad arrivare alle aziende di prodotti hi-tech.
Solo per darvi un'idea della portata di ciò che sto dicendo, vado ad elencarvi alcune delle aziende che non sono più da ritenersi italiane:
Invernizzi, Galbani, Vallelata, Cademartori - - Gruppo LACTALIS (Francia)
Bulgari, FENDI - - LVMH / Louis Vuitton Moet Hennessy (Francia)
Ferrè - - Paris Group di DUBAI
Gucci - - Ppr (Pinault -Printemps -Redout) (Francia)
Buitoni, Motta, Baci Perugina, Antica Gelateria del Corso - - Nestlè (Svizzera)
Fastweb - - Swisscom (Svizzera)
Queste sono solo alcune delle aziende, che di italiano hanno solo più il nome sull'etichetta!
A questo punto bisogna anche guardare l'altra faccia della luna e non solo quella scura e tetra...
...infatti ci sono settori in controtendenza rispetto ai comparti appena citati.
Vedi MV Augusta e Ducati, che negli ultimi anni sono ritornati all'italico ovile!
Ma l'evento che più ha destato scalpore è da ricondursi al settore automobilistico, ovvero l'acquisizione da parte del Gruppo Fiat del 35% di Chrysler, in forte crisi durante il periodo di recessione economica che ha colpito tutto il mondo nel 2008.
Le opinioni a riguardo sono le più disparate e discordanti.
Da chi ritiene la mossa di Fiat, azzardata e speculativa, a chi vede in ciò la possibilità di una rinascità del gruppo automobilistico torinese, ormai in letargo da troppo tempo.
Io a tutto ciò do un'ulteriore valutazione...
...da un po' di mesi a questa parte sono iniziati dibatti e discussioni riguardo la dislocazione del nuovo headquarter del colosso Fiat/Chrysler, il quale verrà ufficializzato al rientro in borsa di Chrysler.
TORINO VS DETROIT?
I vertici aziendali hanno riferito che la scelta avverrà tenendo conto di numerose variabili, tra le quali la pressione fiscale e la possibilità d'avere accesso a finanziamenti da dedicare allo sviluppo di nuove tecnologie.
Beh...allora è tutto chiaro!...DETROIT!
Il nostro paese, ad oggi, è impegnato su ben altri fronti (Ruby docet...) e la questione economica sembra essere l'ultimo dei problemi per un governo totalmente paralizzato a riguardo, ma fortemente mobilitato al fine di salvarsi le "chiappe flaccide".
Ricordo che Fiat copre il 14% del PIL nazionale, quindi, con calcolatrice alla mano, fatevi i conti di cosa potrebbe voler dire una sua fuga negli States.
Tutto ciò è frutto di una globalizzazione dissennata, che ha giovato solo ai grandi investitori e non ai semplici individui, struttura portante di questa società!
Negli ultimi due anni, l'Italia ha visto svanire ben 400.000 posti di lavoro!
Ma ciò che ha dell'incredibile sta nel fatto che gli "ITALIANI" hanno perduto 1.000.000 di impieghi, mentre gli immigrati ne hanno acquisiti 600.000!
I tanto deprecati stranieri, sono coloro che hanno mantenuto a galla lo stivale in questi ultimi anni!
Stiamo vivendo un periodo di forte transizione, dove la borghesia italiana non si trova più al centro della quotidianità di questo paese.
Con questo vorrei richiamare ad una profonda riflessione riguardo questo fenomeno che ci è stato propinato in tutte le salse, come la panacea di tutti i mali, ovvero la "globalizzazione".
Localismo, consumo critico ed indipendenza di pensiero, ecco di cosa avremmo più bisogno, al fine d'evitare d'essere travolti dalla nostra stessa boria economica.
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